Maori Yacht nasce in Sardegna, a Olbia, come espressione di una visione chiara: costruire open ad alte prestazioni dal carattere volutamente essenziale, dove la pulizia delle linee si accompagna a una qualità esecutiva da atelier. Dalla metà degli anni Duemila il cantiere ha coltivato un linguaggio riconoscibile: murate discendenti che “tocchano” l’acqua, prua affilata e coperta votata alla convivialità, con un livello di personalizzazione che va ben oltre il “semi-custom”. Le collaborazioni con progettisti e designer legati al territorio, in primis lo Studio Marco Ciampa, hanno consolidato una brand identity coerente, tanto nelle misure intermedie quanto nelle taglie superiori. La reputazione sul mercato è quella di una boutique yard: volumi contenuti, attenzione maniacale ai dettagli, rapporto diretto con l’armatore, soluzione tecnica scelta in funzione dell’uso e non per moda.
La credibilità del marchio è stata rafforzata dalla presenza nelle principali fiere del Mediterraneo e da numerose unità impiegate nel day-charter premium, dove robustezza costruttiva, performance e facilità di gestione vengono messe alla prova quotidiana. Nel tempo, Maori ha saputo mantenere un equilibrio tra ricerca estetica e progressi ingegneristici (processi di infusione, stabilizzazione giroscopica, digital switching), senza snaturare l’immediatezza dell’esperienza “open veloce”.

Introduzione tecnica al modello
Il Maori 64 ft si colloca nella fascia dei 19–20 metri come open/hard top sportivo ad alta vivibilità. L’obiettivo progettuale è chiaro: offrire le accelerazioni e le velocità tipiche di una sport boat con propulsioni a superficie, integrando però una coperta di taglio sociale e ambienti interni adeguati a crociere di medio raggio. La piattaforma è in composito infuso con uso estensivo di sandwich a core chiuso (PVC) e resina vinilestere; i rinforzi sono studiati per trasferire i carichi dai surface drive alla struttura in modo progressivo, limitando i picchi tensionali in corrispondenza dei paramezzali.
Analisi tecnica approfondita
Dimensioni e architettura navale
La carena è un planante con deadrise importante al transom e spray rails calibrati per favorire portanza e asciutto in accelerazione. Il baglio generoso aiuta a coniugare stabilità trasversale in rada e volumi di coperta realmente sfruttabili. Le murate plongeant – cifra stilistica del marchio – abbassano la linea di cintura dando “sea proximity” agli ospiti seduti, ma hanno anche un effetto funzionale: convogliano l’acqua lontano dal living riducendo l’overspray a velocità medie.

Il baricentro è mantenuto basso tramite un hard top leggero, appoggiato su montanti sottili ma strutturali; questa scelta riduce il momento raddrizzante richiesto in virata ad alta velocità, migliorando la prontezza del passaggio da un’onda all’altra. La geometria dei tunnel e la posizione dei surface sono studiate per mantenere una trim curve favorevole tra 28 e 40 kn: in questo range l’angolo d’assetto tende a rimanere neutro, diminuendo la resistenza di forma.
Materiali e processi costruttivi
- Scafo: stratificazione in GRP con core PVC a celle chiuse; aree ad alto carico (attacchi motori, basi surface, longheroni) in single-skin o sandwich ad alta densità. Resina vinilestere per elevata resistenza all’idrolisi e buone doti meccaniche; gelcoat marino anti-osmosi.
- Infusione sottovuoto: controlla il rapporto fibra/resina, minimizza le sacche d’aria e standardizza gli spessori. Benefici tangibili su peso, rigidezza e ripetibilità della qualità.
- Sovrastruttura e hard top: pannelli sandwich irrigiditi da paramezzali trasversali; cristalli strutturali con telai in lega leggera e acciaio marino.
- Interni: pannellature a nido d’ape/compensato marino alleggerito con rivestimenti essenziali (legni naturali, laccature opache a bassa riflessione). Ferramenta in AISI 316 o alluminio anodizzato.

Motorizzazioni, propulsione e trasmissioni
La ricetta tipica vede 2×MAN V8/V12 tra 1.300 e 1.600 cv ciascuno, abbinati a surface drive (JollyDrive/Arneson equivalenti). Il sistema consente regolazioni combinate di trim e immersione elica: si ottimizza la portanza sullo specchio di poppa e si riducono le perdite per ventilazione indesiderata. Il vantaggio chiave rispetto a IPS/linee d’asse è la capacità di sostenere velocità medie elevate con slip contenuto, soprattutto su mare formato di prua con onda corta mediterranea.
La manovrabilità a bassa velocità – storicamente tallone d’Achille dei surface – è oggi mitigata da bow e stern thruster e, in alcune build, da joystick che integrano logiche di spinta. L’adozione di un giroscopio (Seakeeper) riduce rollio statico e dinamico, incrementando la fruibilità del pozzetto in rada e la precisione delle manovre laterali controvento.
Prestazioni: velocità, crociera, autonomia, consumi
- Velocità massima: ~42 kn nelle configurazioni standard 2×1.300 hp; fino a ~48 kn con potenze superiori, ottimizzazione carena/assetto e carichi leggeri.
- Crociera: ~36–38 kn con rumorosità percepita sorprendentemente contenuta nella zona living sotto hard top grazie a disaccoppiamenti elastici e barriere fonoassorbenti.
- Range indicativo: 250–320 nm a 30–32 kn, funzione della capacità carburante installata (fino a ~4.000 l su alcune specifiche) e delle condizioni meteomarine.
- Consumi: in linea con un planante 19–20 m con surface; l’efficienza migliore si ottiene tra 30 e 36 kn, con trim ottimizzato e carena pulita.
Sistemi di bordo: elettronica, domotica, navigazione
La plancia è un glass cockpit multi-display con integrazione motori, sensori di navigazione, radar a cupola a stato solido, pilota automatico con track control, ecoscandaglio e interfaccia digitale per luci/utenze (digital switching). Il monitoraggio energetico consente di visualizzare assorbimenti AC/DC, stato batterie e priorità carichi. Climatizzazione multizona con logiche inverter per ridurre spunti dei compressori in rada. Disponibili telecamere engine room e termiche opzionali.

Design e architettura: firme stilistiche, layout, ergonomia
L’estetica firmata Marco Ciampa si riconosce subito: prua affilata, sovrastruttura bassa, superfici tese. Il ponte principale privilegia la vita all’aperto con tripla modulazione: prendisole di prua, living centrale protetto dall’hard top, beach area poppiera con accesso a piattaforma e garage. L’ergonomia è stata curata con passavanti protetti, altezze sedute corrette per conversazione anche in marcia e una cucina esterna integrata nel blocco bar.
Gli interni, a scelta dell’armatore, si articolano in: 1 cabina armatoriale + salone convertibile 2 cabine + 2 bagni servizio equipaggio . L’altezza libera, rara su molti open di pari misura, consente vivibilità reale. Le superfici opache e i toni neutri limitano la fatica visiva; le luci indirette disegnano volumi senza riverberi.

Innovazione e ricerca
- Composito infuso: controllo del rapporto fibra/resina per un laminato più leggero e omogeneo.
- Stabilizzazione giroscopica: opzionale; migliora la fruibilità del ponte principale e riduce l’affaticamento degli ospiti in rada.
- Gestione energetica: A/C inverter, LED, digital switching e logiche di riduzione carichi di picco; predisposizioni per pacchi batterie maggiorati.
- Propulsione a superficie: massimizza l’efficienza oltre i 30 kn; richiede competenza ma ricompensa con cruise sostenuti e top speed elevati.
Vita a bordo e comfort
Il DNA rimane day-cruiser, ma la volumetria consente minicrociere con due/quattro ospiti in massima comodità. Clima multizona, cabine con privacy reale, due toilette, cucina attrezzata e un garage poppiero in grado di alloggiare un tender waterjet ~2,8 m più toys. L’insonorizzazione in sala macchine, il disaccoppiamento elastico dei basamenti e la canalizzazione delle prese d’aria riducono il rumore percepito al living.
Prestazioni in mare: test e feedback
I video e le testimonianze mostrano un comportamento piatto e composto oltre i 35 kn, con spray contenuto e tracking diretto. Il controllo dei trim dei drive permette di “sollevare” la prua quel tanto che basta per ridurre la superficie bagnata senza innescare porpoising. In virata stretta, l’ampio baglio e la rigidezza torsionale preservano l’aderenza laterale. La plancia rimane asciutta grazie ai deflettori integrati e al parabrezza correttamente inclinato.

Mercato e concorrenza
Posizionamento prezzo/segmento
Il Maori 64 presidia il segmento open high-performance 60–66’ con una forte connotazione estetica e costruttiva. Le quotazioni, variabili per potenze e accessori (gyro, vernici speciali, elettronica top), spaziano – in via indicativa – da ~€3,0 M per allestimenti d’ingresso a ~€4,6 M su build performanti e molto accessoriate. Il valore percepito si gioca su prestazioni reali, qualità delle finiture e personalizzazione sartoriale.
Analisi dei competitor diretti
- Wallypower 58 / 58X – estetica iconica, IPS o tripli/quattro fuoribordo nella 58X. Top speed simile (o superiore nella X) ma filosofia diversa: più focus su efficienza IPS o modularità fuoribordo; meno “feeling” da surface a cruise elevati.
- Evo R6 – beach mode trasformabile e forte focus sul design modulare; prestazioni generalmente inferiori; eccelle per fruibilità di coperta e stupore “teatrale”.
- OTAM 65 HT – pura performance machine con Arneson e potenze fino a 2.000 hp: velocità potenzialmente superiori al Maori ma con un’impostazione più estrema e una fruibilità interna meno trasversale.
- Fjord 53 XL – attitudini leisure, IPS, comfort all’ancora eccellente; meno muscolo velocistico e minor “firma” sportiva.
Conclusione competitiva: se l’obiettivo è un equilibrio tra look iconico, cruise a 36–38 kn, top speed oltre 40 kn e possibilità di custom profondo, il Maori 64 rimane uno dei riferimenti. Gli avversari offrono alternative valide su modularità (Evo), brand aura (Wally) o velocità estrema (OTAM), ma raramente replicano il blend di surface-feel + estetica MaorI + vivibilità.
Trend di settore rilevanti
- Stabilizzazione diffusa anche su taglie sotto i 20 m: ormai attesa dalla clientela premium per il comfort in rada.
- Efficientamento energetico (A/C inverter, gestione carichi, batterie maggiorate) per ridurre rumorosità e consumi in rada.
- Esperienza “beach club” con piattaforme più ampie, passerelle/transformer integrate e wet bar completi.
- Estetica strong e riconoscibile: il design è leva commerciale quanto le specifiche.

Clientela target
- Armatori privati del Mediterraneo che desiderano trasferimenti rapidi e giornate in rada con comfort elevato, mantenendo la possibilità di weekend prolungati.
- Charter di lusso che valorizzano design iconico, velocità e spazi day, con layout conformi a 12–18 ospiti e operatività semplice.
- Brand ambassador (dealer, società di rappresentanza) in location ad alto impatto immagine (Costa Azzurra, Dubai, Miami), dove lo style factor influisce sulle vendite dell’intera gamma.
Risultati e riconoscimenti
Il 64 ha ottenuto significativa visibilità su media internazionali e piattaforme video, alimentando un passaparola positivo tra comandanti e broker. Nonostante non si citino premi “iconici” esclusivi per il modello, la sua riconoscibilità e il numero di unità sul mercato secondario/charter attestano un product–market fit riuscito.
Approfondimenti ingegneristici
Struttura e vibro–acustica
La rigidezza longitudinale è affidata a longheroni e paramezzali integrati nel guscio scafo, con traverse in corrispondenza dei carichi concentrati (basamenti motori, staffe drive). Il disaccoppiamento elastico degli impianti e l’uso di pannelli fonoimpedenti multistrato dietro le paratie limitano la trasmissione dei boom a regimi elevati. Il risultato è un comfort acustico percepito superiore alla media degli open puri oltre i 35 kn.
Sicurezza e impianti
- Antincendio sala macchine con sistema a erogazione fissa (es. aerosol o schiuma), rilevatori e comandi remoti in plancia.
- Sentina compartimentata con pompe automatiche e manuali; sensori livello integrati nel digital switching.
- Carburante con separatori acqua/diesel e filtri in bypass per manutenzione senza fermo.
- Elettrico 24 V DC con protezioni dedicate, AC 230/400 V con interruttori differenziali, inverter/charger e set di prese di banchina multiple.
Ergonomia di comando
La seduta pilota–co–pilota è modulare, con bolster per guida attiva. La visibilità a 360° è garantita da montanti snelli e specchi laterali correttamente orientati. Il layout dei comandi posiziona drive/trim e thruster in un’unica zona toccabile senza distogliere lo sguardo; il throttle mapping è progressivo per manovre dolci in banchina.

Manutenzione e costi di esercizio
I surface drive richiedono metodicità: controlli periodici su bellow, giunti, tenute, convergenza e usura eliche. La sala macchine ben accessibile facilita ispezioni filtri aria/olio e circuiti raffreddamento. Una gestione proattiva preserva prestazioni e valore residuo. Il costo orario è in linea con la categoria ad alte prestazioni; risparmi concreti arrivano da un trim attento e da velocità di crociera calibrate sullo stato del mare.
Esperienza d’uso: scenari tipici
Transfer veloce con mare 3–4
Con onda corta di prua, 28–32 kn sono sostenibili con comfort elevato e spray contenuto; basta agire sui drive per alleggerire l’assetto. In traversia, l’ampio baglio limita il rollio e il tracking rimane incisivo. Il consumo specifico è migliore intorno ai 30–34 kn rispetto a 36–38 kn quando lo stato del mare peggiora.
Giornata in rada
Piattaforma poppiera, prendisole, bar e accesso al mare rendono il 64 un day–boat perfetto. Con giroscopio attivo, l’oscillazione libera cala drasticamente. Impianti A/C inverter e digital switching permettono di gestire i carichi senza stressare il generatore.
Weekend a medio raggio
Due cabine e due bagni offrono privacy reale; l’armatoriale mantiene volume e luce naturale grazie a boccaporti e tagli di vetro ben posizionati. La dispensa consente autonomia alimentare di più giorni, mentre il garage ospita tender e toys per attività costiere.
Concorrenza allargata: confronto parametrico
Wallypower 58
- IPS: facilità di manovra, efficienza a 25–32 kn
- Estetica iconica; living coperta sofisticato
- Velocità massime inferiori alla versione 58X
Wallypower 58X
- Fuoribordo: top speed elevatissime
- Manutenzione semplificata, ma rumore più presente in coperta
- Layout cockpit meno “monolitico” del Maori
Evo R6
- Trasformabilità “teatro” con beach mode
- Prestazioni inferiori; forte vocazione lifestyle
- Ottimo per eventi/ospitalità a bassa velocità
OTAM 65 HT
- Arneson + potenze fino a 2.000 hp
- Velocità top nettamente superiori
- Impostazione più estrema, interni meno versatili
Clienti, canali e valore residuo
Il bacino principale è quello degli armatori mediterranei con home port tra Sardegna, Costa Azzurra e Baleari. Il canale charter di lusso preferisce il 64 per riconoscibilità estetica, accesso semplice al mare e layout day. In entrambi i casi, la qualità percepita delle finiture e la firma stilistica sostengono il valore residuo. Il mercato secondario favorisce unità con manutenzione documentata, sea trial dimostrabili e dotazioni desiderabili (stabilizzatore, domotica, vernici speciali).
Normative, certificazioni, garanzia
Il 64 opera tipicamente in Categoria CE B (mare al largo), con dotazioni di sicurezza dimensionate per l’uso diporto mediterraneo. La certificazione di stabilità e le prove di tenuta impianti seguono protocolli RINA/ISO applicabili. Le garanzie variano per mercati; la costruzione in vinilestere e il processo di infusione sono già di per sé una mitigation dei rischi osmotici nel medio periodo.
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Sostenibilità ed efficienza
Pur non essendo un progetto “ibrido” in senso stretto, il 64 integra scelte utili a contenere impatti: compositi infusi (meno sprechi), LED per illuminazione, A/C inverter, digital switching per minimizzare carichi parassiti. Le ottimizzazioni idrodinamiche della carena e la natura stessa dei surface migliorano il quadro consumo/velocità in crociera alta rispetto a linee d’asse tradizionali. Per l’uso in rada, pianificare ancoraggi brevi in modalità low-load riduce il tempo generatore > rumore/emissioni.
Prospettive future del modello e del cantiere
Il Maori 64 rappresenta la traiettoria del cantiere: linee forti, prestazioni vere, customizzazione sartoriale. In prospettiva, ci si attende un’evoluzione su: energy management più spinto (banchi batterie ampliati, inverter di nuova generazione), sensoristica predittiva per la manutenzione e affinamenti ergonomici della beach area. La piattaforma si presta a upgrade ciclici (vernici, arredi, elettronica) che mantengono attuale l’unità nel tempo, sostenendo valore e desiderabilità.
Video
Conclusioni operative
Il Maori 64 ft è un open dal carattere definito: carena planante in composito infuso, propulsione a superficie per cruise sostenuti e top oltre i 40 nodi, coperta sociale e interni capaci di minicrociere. La proposta è indirizzata a chi desidera guidare davvero lo scafo – gestendo trim, assetto e pesi – e allo stesso tempo godere di una estetica iconica e di finiture da boutique yard. Nel confronto competitivo, poche barche coniugano così efficacemente prestazione, stile e usabilità. Per armatori privati e operatori charter che cercano un 60–66’ con signature look e sensazioni di guida sportive, il 64 rimane una scelta tra le più coerenti sul mercato.


