Il Filippetti Flybridge 100 (F100) rappresenta la visione di uno yacht planante di 30 metri concepito per coniugare performance, qualità costruttiva e personalizzazione spinta. Il progetto nasce all’incrocio tra competenze maturate sulle carene veloci italiane e un’interpretazione contemporanea dell’abitabilità a bordo, con enfasi su comfort acustico, fruibilità degli spazi e affidabilità dei sistemi.
La piattaforma navale è in composito (GRP) con logiche di alleggerimento distribuito, irrigidimenti puntuali sulle zone ad alta sollecitazione e un layout interno modulare, capace di evolvere al variare della missione d’uso. Il risultato è un 30 metri capace di muoversi con disinvoltura tra porti e rade, offrendo un’esperienza a bordo dove estetica e ingegneria dialogano in modo coerente.

Profilo del cantiere: identità, metodo e reputazione
Storia e cultura progettuale
Filippetti Yachts affonda le proprie radici nella tradizione dei cantieri italiani specializzati in scafi veloci e finiture sartoriali. La cultura di progetto è cresciuta nella convinzione che l’eccellenza non sia soltanto una sommatoria di componenti pregiati, ma soprattutto l’armonia tra architettura navale, integrazione impiantistica e disciplina costruttiva. In questa ottica, ogni unità diventa una “piattaforma” personalizzabile, su cui l’armatore può modulare spazi, materiali e dotazioni tecniche mantenendo un’identità di navigazione precisa.
Filosofia costruttiva e controllo qualità
Il metodo produttivo adotta processi in stampata e stratificazioni controllate, con attenzione ai cicli di polimerizzazione e all’umidità dei materiali. L’impiego di sandwich a densità differenziata, paratie strutturali opportunamente orientate e giunti elastici a disaccoppio vibro-acustico testimoniano una sensibilità ingegneristica matura. Il cantiere mantiene inoltre una forte tracciabilità dei componenti, con documentazione tecnica e as-built aggiornati, utile sia in fase di consegna che nelle manutenzioni programmate.
Analisi tecnica approfondita
Dimensioni e architettura navale
Il Filippetti F100 lavora nel perimetro dimensionale tipico dei flybridge di 30 metri: lunghezza fuori tutto di circa 30,4–30,5 m, baglio intorno ai 6,8–7,2 m, pescaggio nell’ordine di 2,2 m. Il volume interno si colloca in un range che sfiora i ~140 GT, sufficiente a garantire cabine generose e spazi tecnici ben dimensionati. Da un punto di vista architetturale, la carena è planante con prua affilata e sezioni di poppa progettate per ridurre lo sforzo propulsivo a regimi di crociera medio-alti, preservando al contempo una buona stabilità direzionale.
La distribuzione dei pesi è uno degli snodi centrali dell’efficacia di questa piattaforma: serbatoi carburante posizionati in modo da limitare lo spostamento del baricentro lungo la missione, generatori su supporti antivibranti e impianti disposti per minimizzare le lunghezze di linea e le perdite di carico.

Materiali: scafo, sovrastruttura e interni
Scafo e sovrastruttura sono in vetroresina (GRP), con nuclei in sandwich per pannellature e carene, al fine di contenere le masse sospese e migliorare l’isolamento termo-acustico. Le paratie principali lavorano come elementi di irrigidimento, mentre longheroni e madieri sono posizionati per distribuire i carichi dinamici senza appesantire inutilmente lo scafo. Gli incollaggi strutturali sono eseguiti con adesivi epossidici o poliuretanici ad alte prestazioni, selezionati in funzione delle dilatazioni attese e della necessità di smorzamento.
Gli interni utilizzano essenze pregiate dal poro aperto, laccature satinate e pietre alleggerite; l’adozione di pannellature composite consente di ridurre il peso mantenendo un aspetto materico. Le giunzioni tra aria tecnica e ambienti abitati sono progettate con guarnizioni e giunti antivibrazione per evitare la trasmissione diretta del rumore: un tratto distintivo che, in crociera, si traduce in livelli di rumore percepito più bassi e in una sensazione complessiva di solidità.
Motorizzazioni, sistemi di propulsione e trasmissione
Il pacchetto tipico prevede una coppia di motori V12 ad alta densità di potenza (nell’intorno dei 2.000–2.200 hp ciascuno), accoppiati a linee d’asse tradizionali. Questa scelta, apparentemente conservativa rispetto a soluzioni POD o waterjet, è in realtà estremamente razionale per uno scafo planante di 30 metri orientato a velocità da crociera sostenute: affida la spinta a un sistema meccanicamente semplice, robusto, diffuso e ben compreso dai team di manutenzione in tutta Europa e nel Mediterraneo allargato.
Le eliche sono selezionate con attenzione al compromesso tra spunto in accelerazione, efficienza al regime di crociera e contenimento delle vibrazioni. I rapporti di riduzione dei riduttori vengono personalizzati in base al profilo d’uso: l’armatore che privilegia trasferimenti rapidi opterà per una taratura che consenta di mantenere 22–24 nodi con carico apprezzabile; chi predilige crociere rilassate potrà privilegiare configurazioni capaci di ridurre rumorosità e consumi nelle fasce 16–20 nodi.

Prestazioni: velocità, crociera, autonomia e consumi
Nelle configurazioni più spinte, il Filippetti F100 raggiunge velocità massime attorno ai 26–28 nodi, mentre la crociera si stabilizza tipicamente tra 22 e 24 nodi. L’autonomia operativa a queste andature dipende da molti fattori (stato del mare, carico, pulizia dell’opera viva, messa a punto eliche), ma si colloca, a titolo indicativo, nell’ordine di alcune centinaia di miglia senza ricorrere a velocità di dislocamento. È importante sottolineare come il comportamento ai consumi di un 30 metri planante non vada valutato soltanto in termini assoluti di litri/ora, bensì nel rapporto tra miglia percorse, tempo impiegato e comfort percepito: navigare a 22–24 nodi con assetto corretto significa spesso ridurre il tempo di esposizione al moto ondoso, migliorando la qualità del viaggio per ospiti ed equipaggio.
Per armatori e comandanti che alternano charter intensivi e uso privato, la possibilità di “scalare” a velocità di trasferimento più contenute (per esempio 18–20 nodi in mare formato) consente di modulare la gestione carburante senza compromettere troppo la tabella di marcia. In ogni caso, la messa a punto iniziale (pitch delle eliche, regolazione degli stabilizzatori, allineamento assi, pulizia periodica carena) è determinante per estrarre dal sistema il miglior rendimento specifico.
Sistemi di bordo: elettronica, domotica e navigazione
La plancia è concepita come glass cockpit multilivello, con ridondanze hardware e software per i sistemi critici (navigazione, propulsione, allarmi). La sensoristica distribuita invia dati a sinottici grafici facilmente leggibili, così da dare al comandante un quadro immediato su livelli, temperature, assorbimenti, status dei generatori e dei sotto-sistemi. L’integrazione con il pilota automatico è avanzata: oltre alle funzioni di rotta e tenuta, sono previste modalità di gestione fine per l’ancoraggio assistito e per l’assetto in acque ristrette.

La domotica copre illuminazione, ombreggiature, climatizzazione e AV distribuito; il cablaggio segue una logica a dorsali con derivazioni ordinate in vani tecnici ispezionabili. L’obiettivo è duplice: offrire un’esperienza utente fluida, con scenari preimpostati per salone e cabine, e semplificare la manutenzione ordinaria attraverso un cablaggio pulito, etichettato e documentato. I sistemi di connettività (4G/5G e satellitari) permettono di lavorare in remoto sull’impiantistica, effettuando diagnosi e aggiornamenti in modo sicuro.
Design e architettura degli spazi: firme stilistiche, layout, ergonomia
All’esterno, il F100 mostra una sheer line tesa, vetrate verticali a tutta altezza nel salone principale e un flybridge protetto da hard-top che crea un “ponte sociale” privilegiato. Le aree di prua sono sfruttate con una lounge ribassata e prendisole integrati, mentre a poppa il cockpit è profondo, ben protetto e serve da cerniera verso la piattaforma bagno. Il design mira a un equilibrio tra sportività e rigore formale: spigoli addolciti, superfici tese e aperture ampie per massimizzare la luce naturale.
Gli interni adottano un layout modulare. Sul main deck, il salone open space offre dining per 10–12 ospiti e una zona lounge ariosa; la suite armatoriale può essere collocata sul ponte principale (con bagno en suite e cabina armadio) o, in alternativa, sul ponte inferiore in versione “full beam”, lasciando il main deck interamente alla convivialità. Nel lower deck sono previste fino a 5–6 cabine ospiti, con soluzioni flessibili che includono cabine VIP e doppie convertibili. L’area equipaggio, separata e con accessi indipendenti, integra la cabina del comandante, mensa, lavanderia e spazi tecnici.
Dal punto di vista ergonomico, il dimensionamento dei passaggi, l’altezza utile e la gestione delle soglie tra ambienti interni ed esterni sono pensati per flussi naturali: chi arriva dalla banchina si muove verso il salone senza intersecare aree tecniche; l’equipaggio ha corridoi di servizio che limitano le interferenze con gli ospiti. Sono dettagli che fanno la differenza nei contesti reali di utilizzo.



Innovazione e ricerca: efficienza, stabilizzazione, sicurezza
L’innovazione sul F100 non è “di facciata”, ma sostanziale. La stabilizzazione a pinne elettriche lavora “zero speed” e in marcia, modulando l’azione in base all’onda e riducendo rollio e beccheggio entro range confortevoli. L’alleggerimento diffuso tramite sandwich e l’uso di materiali compositi negli arredi riducono le masse in alto, migliorando il metacentro trasversale e, in generale, il comportamento dinamico.
Sul fronte energetico, la gestione intelligente dei carichi hotel permette di appiattire i picchi di assorbimento, soprattutto in rada: climatizzazione con valvole modulanti, pompe a giri variabili per i circuiti tecnici, illuminazione dimmerabile ad alta efficienza. La sicurezza è affidata a sistemi antincendio fissi nei locali macchine, rilevatori gas e fumo distribuiti e paratie tagliafuoco conformi alla classificazione di fascia, il tutto integrato in un pannello di allarmi centralizzato con segnalazioni acustiche e visive.
Vita a bordo e comfort: cabine, aree comuni, servizi
Il comfort percepito a bordo è il risultato della somma di molte scelte: superfici vetrate ampie, altezze generose, arredi stabili e morbidi nei punti di appoggio, climatizzazione silenziosa, percorsi intuitivi. Il flybridge, con zona pranzo en plein air e area bar, diventa il cuore sociale nelle giornate miti; il salone interno, con divani e tavolo da pranzo, è pensato per trasformarsi rapidamente da living informale a dining formale.
Le cabine mostrano un’elevata qualità di esecuzione: letti su basi irrigidite per evitare scricchiolii, boiserie con materiali fonoassorbenti, bagni con rubinetterie a basso rumore e sistemi di scarico silenziati. Dettagli come la regolazione fine dell’illuminazione, le porte a tenuta morbida e la micro-ventilazione nei vani tecnici concorrono a un’esperienza di bordo che rimane premium anche in navigazioni impegnative.

Prestazioni in navigazione: interpretazione tecnica e feedback tipici
Il comportamento in mare del F100 si lascia leggere come quello di un planante ben bilanciato: ingresso in planata rapido ma non brusco, assetto longitudinale stabile, scia pulita e risposta prevedibile al timone. A 22–24 nodi l’andatura di progetto dà il meglio, con il rumore che rimane filtrato dalla combinazione di materiali e giunti elastici. Su onda corta, la prua affilata attenua il colpo e il lavoro degli stabilizzatori riduce la fatica indotta dal rollio.
In manovra, i thruster proporzionali e la timoneria assistita offrono precisione notevole, utile in porti affollati. All’ancora, l’efficacia delle pinne elettriche si apprezza soprattutto quando l’onda è disordinata: la riduzione del rollio aumenta la fruibilità degli spazi esterni, trasformando la piattaforma poppiera in un vero prolungamento del beach living anche in condizioni non perfette.
Mercato e concorrenza
Posizionamento per prezzo e segmento
Il F100 occupa lo “sweet spot” dei flybridge plananti in GRP attorno ai 30 metri: una fascia in cui i costi di gestione restano sotto controllo rispetto a unità in alluminio o acciaio di pari lunghezza, ma con performance e abitabilità vicine a quelle di superyacht più grandi. Il prezzo, su richiesta e fortemente influenzato dalla personalizzazione, è in linea con i competitor di riferimento. L’elemento di distinzione è la maggiore “artigianalità industriale”: processi solidi, ma ancora capaci di accomodare scelte fuori standard senza congestionare la catena produttiva.
Analisi dei competitor diretti
Nel raggio competitivo, si collocano i grandi nomi italiani del segmento 30–32 metri planante. Le alternative di pari taglia offrono layout consolidati, reti post-vendita estese e brand power superiore; in questo scenario, il F100 risponde con una forte leva di personalizzazione, una carena sincera e un approccio ingegneristico senza fronzoli, puntato alla qualità della navigazione e alla robustezza in esercizio.
Trend del settore
- Efficienza e comfort dinamico: carene ottimizzate per crociere intorno ai 20–24 nodi e stabilizzazione elettrica diffusa, anche su scafi in GRP.
- Domotica e connettività: impianti sempre più integrati con scenari preimpostati, monitoraggi remoti e logiche predittive di manutenzione.
- Beach culture: piattaforme poppiere più ampie e fruibili, con attenzione alla sicurezza e all’accessibilità acqua-bordo.
- Allestimenti modulari: layout “configurabili” in funzione dell’uso (familiare, charter, rappresentanza), senza alterare l’ossatura strutturale.
Clientela target
L’armatore tipo del F100 è pragmatico: desidera medie di crociera elevate, mare gestibile anche su onda corta, interni luminosi e modulabili, una plancia moderna ma non esoterica, e una macchina che possa essere compresa e manutenuta da equipaggi esperti senza dipendere da soluzioni proprietarie complesse. Anche i charter operator possono trovare nel F100 una piattaforma efficace: 5–6 cabine ospiti, equipaggio ben alloggiato, impianti progettati per un uso intensivo e un’immagine “Italian design” che, sui mercati internazionali, ha un peso reale nella decisione d’acquisto.

Risultati e riconoscimenti
La piattaforma F100 ha raccolto interesse mediatico crescente sin dalle prime fasi, grazie al taglio tecnico del progetto e alla coerenza tra performance attese e abitabilità. La reputazione del cantiere nell’ambito delle carene veloci contribuisce alla credibilità commerciale del modello, mentre la formula “custom sensato” è apprezzata da clienti che vogliono incidere in profondità sul progetto senza aprire cantieri one-off complessi e costosi. Le prime unità varate hanno consolidato la percezione di uno scafo concreto, che fa della qualità di navigazione e dell’equilibrio generale i propri cavalli di battaglia.
Prospettive future: direzione del cantiere e del modello
Guardando avanti, il F100 è una base su cui possono innestarsi evoluzioni mirate: pacchetti “eco-minded” per la gestione energia hotel, aggiornamenti della sensoristica e del monitoraggio, estensioni di layout con nuove interpretazioni della suite armatoriale o del beach living. La scelta delle linee d’asse mantiene aperte strade di retro-compatibilità con componentistica diffusa, mentre l’architettura del composito permette di prevedere varianti senza stravolgere l’equilibrio della carena.
Più in generale, la traiettoria del cantiere sembra orientata a consolidare la fascia 30–35 metri planante con prodotti fortemente caratterizzati dall’efficienza, dalla qualità acustica e da una manutenibilità superiore alla media. È un posizionamento competitivo nel Mediterraneo, dove molte unità vivono stagioni intense tra porti e rade, alternando scenari d’uso differenti nel giro di poche settimane.
Approfondimento iconografico




Scheda tecnica ragionata
- Categoria: flybridge planante in GRP, ~30 m
- Lunghezza fuori tutto (LOA): ~30,4–30,5 m
- Baglio massimo: ~6,8–7,2 m
- Pescaggio: ~2,2 m
- Volume interno: fino a ~140 GT
- Dislocamento: range ~95–120 t (secondo allestimenti)
- Materiali: scafo e sovrastruttura in GRP; sandwich a densità variabile; interni con legni a poro aperto, laccature satinate, pietre alleggerite
- Motorizzazioni: 2 × V12 termici ad alta potenza specifica (circa 2.000–2.200 hp ciascuno)
- Trasmissione: linee d’asse tradizionali
- Stabilizzazione: pinne elettriche “zero speed” e in marcia
- Velocità massima: ~26–28 kn (in base a potenza e carico)
- Velocità di crociera: ~22–24 kn
- Autonomia indicativa: alcune centinaia di miglia a crociera; maggiore a andature contenute
- Serbatoi: carburante nell’ordine di 10–12 m³, acqua dolce ~2 m³ (valori indicativi)
Piano di manutenzione
Un 30 metri planante beneficia di una manutenzione preventiva rigorosa su allineamenti linee d’asse, tenute e supporti elastici. L’ispezione regolare di eliche, boccole e timoni riduce la probabilità di vibrazioni “misteriose” che spesso, alla radice, derivano da usure scalari e piccole eccentricità tollerate troppo a lungo.
Video
Valutazione finale e posizionamento competitivo
Il Filippetti F100 non punta a stupire con soluzioni appariscenti, ma a convincere con la sostanza: una carena correttamente dimensionata alle velocità obiettivo, un impianto di stabilizzazione elettrico ben integrato, una struttura in composito alleggerita e silenziosa, un layout che sa essere sia conviviale sia funzionale alla privacy. È un 30 metri che mette chi naviga nelle condizioni di esprimere medie elevate senza “litigare” con il mare, e che dà all’equipaggio strumenti moderni ma affidabili per gestire la macchina in sicurezza.
Rispetto ai competitor più blasonati, paga qualcosa in termini di notorietà globale e capillarità post-vendita, ma si prende la rivincita su personalizzazione, rapporto diretto con il cantiere e capacità di cucire su misura il progetto. Per l’armatore che desidera un flybridge planante “guidato dall’ingegneria”, il F100 è una proposta che merita una prova in mare attenta: i numeri diventano davvero significativi quando si traduce la scheda tecnica in qualità di navigazione percepita.


