L’Explorer 62 nasce per accogliere la vita di bordo prima ancora che per esibire linee seducenti. L’architettura è pensata per accompagnare crociere prolungate in aree con mare variabile, privilegiando stabilità, autonomia e fruibilità degli ambienti esterni riparati. L’idea guida è consentire un impiego intensivo, spesso con equipaggio ridotto, senza imporre la complessità dei grandi dislocanti né i costi d’esercizio dei plananti puri ad alte velocità.
Il progetto punta su tre vettori: carena piena e protettiva, grande continuità funzionale fra ambienti interni ed esterni, e piattaforma impiantistica organizzata per manutenzioni rapide. La timoneria avanzata migliora la visibilità e libera volumi nel salone; il baglio generoso espande i passaggi e la vivibilità; la sezione poppiera portante ottimizza la spinta dei pod e sostiene il peso degli impianti senza penalizzare l’assetto.

Profilo del cantiere
Impronta industriale
Il marchio opera con una filiera di fornitura qualificata e mette al centro un assemblaggio attento alla ripetibilità dei processi. Le stratifiche vengono eseguite con parametri di controllo costanti, mentre gli interni adottano componenti modulari per ridurre tempi di montaggio e facilitare eventuali riparazioni nel ciclo di vita della barca.
Cultura di prodotto
La cultura del prodotto privilegia la sostanza: isolamento, accessibilità, robustezza degli arredi in navigazione e riduzione delle vibrazioni. Non c’è ossessione per l’effetto “showroom”; c’è invece cura per giunzioni pulite, percorsi tecnici leggibili e ispezionabilità. È un’impostazione che attrae armatori esperti, sensibili alla manutenzione e alla tenuta del valore nel medio periodo.
Architettura navale e dimensionamento
Geometrie fondamentali
La lunghezza fuori tutto si colloca attorno ai diciotto metri e mezzo, con un baglio leggermente superiore ai cinque metri e un pescaggio vicino al metro e quaranta. Sono valori che raccontano un’imbarcazione solida, con stabilità di forma significativa e con accesso relativamente agevole a bassi fondali. Il dislocamento, variabile a seconda delle opzioni, si attesta fra una trentina e poco più di trenta tonnellate, sufficiente a smorzare le accelerazioni ma non tale da limitare le andature di trasferimento tipiche dei semi-dislocanti.
Carena e comportamento sull’onda
La prua piena, con ruota marcata, si occupa di spezzare l’onda corta con progressività, limitando lo slamming e mantenendo asciutta la coperta; la poppa ampia, a volume sostenuto, alimenta con flusso ordinato le unità propulsive installate su pod. La barca gradisce conduzioni regolari, con assetti equilibrati fra trim e carichi: non ricerca i picchi velocistici di uno scafo planante aggressivo, ma offre una risposta prevedibile e confortevole su un ampio spettro di andature.

Materiali e costruzione
Struttura primaria
Scafo e sovrastruttura sono realizzati in composito a base di vetroresina, con rinforzi nelle aree di carico e nei punti di interfaccia con impianti e arredi fissi. L’obiettivo è perseguire rigidità torsionale senza eccedere con il peso, ma garantendo facilità di riparazione in qualsiasi cantiere qualificato del Mediterraneo o oltre.
Allestimenti interni
Gli interni impiegano pannellature sandwich alleggerite e finiture calibrate per durabilità: essenze naturali bilanciate da superfici tecniche, ferramenta nautica a ritenzione controllata, piani di lavoro resistenti a graffi e calore. Grande attenzione è affidata al controllo vibroacustico: l’isolamento della sala macchine e il disaccoppiamento dei paglioli riducono il trasferimento di rumore nelle cabine e nelle aree giorno.

Propulsione e trasmissione
Motorizzazione tipica e logica dei pod
Il pacchetto più diffuso è costituito da due propulsori di media cubatura accoppiati a trasmissioni IPS. Le eliche “traenti” lavorano in una zona relativamente pulita e, grazie all’orientabilità, consentono rotazioni differenziate utili nelle manovre di ormeggio. Il joystick fa la differenza in spazi stretti e con vento al traverso, riducendo lo stress operativo e accorciando la curva di apprendimento per chi proviene da barche più piccole.
Compromessi e mitigazioni
L’utilizzo dei pod, com’è noto, non è privo di compromessi: quando il periodo d’onda si accorcia molto, conviene evitare di forzare l’andatura e gestire l’assetto con sensibilità. In cambio, la barca offre un comfort acustico superiore in salone, una sala macchine più ordinata e la possibilità di sfruttare volumi preziosi per stivaggi e impiantistica.
Prestazioni e consumi
Andature caratteristiche
Le velocità massime, con carichi realistici, si collocano nel ventaglio dei venti alti, mentre la crociera più efficace si trova a cavallo dei sedici nodi. Per aumentare la percorrenza, è conveniente spostare la media intorno ai dieci nodi, con consumi per miglio sensibilmente ridotti. L’autonomia praticabile in economia si avvicina alle seicento miglia nautiche, sempre a seconda di mare, carichi e impostazioni d’elica.
Serbatoi e autonomie
La riserva carburante può variare fra allestimenti, con capacità nell’ordine di alcune migliaia di litri. L’acqua dolce è calibrata per una vita a bordo prolungata, supportata da eventuali dissalatori. L’insieme consente settimane di crociera senza ricorrere continuamente al rifornimento, specie se le soste in rada sono gestite con attenzione ai carichi di bordo.
Sistemi e impianti
Elettronica di navigazione
La plancia ospita una strumentazione integrata che copre radar, autopilota, ecoscandaglio e doppia ridondanza di visualizzazione. È una catena pensata per la conduzione in equipaggio ridotto, con interfacce chiare e allarmi impostabili. La rete di bordo, basata su protocolli diffusi, accoglie senza difficoltà sensori aggiuntivi e sistemi di visione perimetrale.

Energia e gestione carichi
Il sistema energetico è centrato su uno o più generatori dimensionati per sostenere l’aria condizionata e i servizi “hotel”. I banchi batterie, AGM o litio a seconda delle scelte, sono gestiti da centraline che modulano flussi e priorità. La logica “quiet ship”, favorita dal dimensionamento e dalla coibentazione, permette permanenze in rada con rumorosità contenuta e cicli del generatore ridotti al necessario.
Domotica e comfort
Illuminazione a intensità variabile, climatizzazione multizona, intrattenimento e connettività convergono in scenari preimpostati: partenza, rada, notte, ormeggio. Queste configurazioni semplificano l’uso quotidiano, uniformano la qualità dell’esperienza a bordo e limitano errori operativi in situazioni concitate.
Design, ergonomia e distribuzione degli spazi
Esterni
Il ponte principale privilegia passaggi secchi e protetti, con murate alte e tientibene ben distribuiti. Il pozzetto è modulabile e comunica senza barriere con il salone, grazie a grandi aperture scorrevoli: la barca si vive come un’unica piattaforma, riparata e fruibile anche quando il meteo è incerto. A prua si ricava un secondo ambiente sociale, mentre in alto trova posto una zona di governo supplementare con aree conviviali.


Interni
Il salone accoglie living e dining affacciati sulla cucina; lo spazio appare continuo, luminoso e soprattutto funzionale alle abitudini di bordo. La cabina armatoriale, posizionata a mezzanave, riduce l’esposizione alle accelerazioni verticali; la cabina VIP di prua e la stanza ospiti completano la zona notte. La cabina dell’equipaggio, con accesso indipendente, consente gestione professionale senza intaccare la privacy degli ospiti.

Ricerca, innovazione e predisposizioni
Soluzioni tecniche distintive
La timoneria avanzata, combinata con la sensoristica perimetrale, permette controllo fine nelle manovre e riduce i coni d’ombra. L’integrazione dei pod libera spazi preziosi in sala macchine, mentre la disposizione dei serbatoi segue criteri di baricentro e accessibilità ai punti di controllo. La predisposizione a sistemi di stabilizzazione — giroscopici o a pinne — permette di personalizzare la risposta dinamica in funzione dell’uso prevalente.
Elettrificazione dei servizi
L’adozione di batterie di maggiore capacità e la possibilità di distribuire parte dei carichi su bus dedicati aprono a una vita in rada più silenziosa e sostenibile. Pur non trattandosi di un’ibridazione della propulsione, la gestione intelligente delle utenze “hotel” rappresenta un passo avanti reale in termini di comfort e riduzione dei consumi complessivi.
Vivere a bordo
Uso quotidiano
La barca è stata concepita per essere vissuta senza istruzioni complesse: percorsi logici, altezze generose, superfici antisdrucciolo dove servono, spigoli arrotondati e stivaggi distribuiti. Il risultato è una routine che non affatica: si sale, si scende, si galleggia nella giornata senza inciampi operativi.
Rada e soste prolungate
In rada le aree si trasformano: il pozzetto diventa un salotto ombreggiato, il ponte di prua offre arieggiamento naturale, l’upper deck si presta al controllo dell’ancoraggio. Una climatizzazione ben dimensionata tiene a bada l’umidità; gli allestimenti per la preparazione dei pasti sono pensati per essere usati davvero, non solo fotografati.
Impressioni di condotta
Timone e assetto
La risposta al timone è progressiva e leggibile. Alle velocità di trasferimento la prua rimane composta, mentre alle andature economiche la barca procede neutra, senza scodate o appoggi eccessivi. Con mare corto la regola resta non strafare: gestire la manetta e anticipare il profilo dell’onda evita vibrazioni e dispersioni di energia.

Rumorosità e vibrazioni
Il pacchetto insonorizzante e la struttura in composito ben smorzata restituiscono livelli sonori contenuti nelle aree giorno e notte. Il contributo dei pod, con minore trasmissione strutturale, è percepibile; la conversazione rimane possibile anche a velocità intermedie, migliorando la qualità del viaggio.
Scenario competitivo e posizionamento
Contesto di mercato
Il comparto tra sessanta e sessantaquattro piedi è affollato e include interpretazioni differenti del tema long-range. Alcuni cantieri sposano filosofie quasi plananti, altri cercano l’estetica del trawler con prestazioni più brillanti; pochi propongono realmente una via di mezzo solida, con efficienza a velocità intermedie e ambienti protetti a tutto tondo.
Vantaggi comparativi
L’Explorer 62 si ritaglia uno spazio con tre carte forti: volumi coerenti con la vita a bordo, ergonomia protettiva per la sicurezza quotidiana e gestione semplice della barca grazie ai pod e alla timoneria avanzata. Non pretende di vincere le classifiche di velocità, né quelle di autonomia oceanica; preferisce eccellere nel campo della fruibilità reale, giorno dopo giorno.
Riscontri e risultati
Accoglienza presso gli armatori
Gli armatori che scelgono l’Explorer 62 tendono a essere pragmatici: ricercano qualità percepibile al tatto, all’orecchio e negli anni, oltre la prima stagione. Il prodotto, per impostazione e contenuti, parla questa lingua: accessi comodi agli impianti, passavanti che fanno sentire al sicuro, cabine in cui si riposa davvero.
Valore nel tempo
La rivendibilità nel medio periodo, in questa taglia, è legata alla reputazione di affidabilità più che a un singolo dettaglio di stile. L’Explorer 62, proprio perché fa della sostanza il suo manifesto, presidia bene questo aspetto: finiture robuste, impianti ordinati e manutenibilità logica sono argomenti convincenti sul mercato dell’usato qualificato.
Prospettive evolutive
Direzioni tecniche
I margini di sviluppo sono chiari: aumento dell’efficienza dei servizi “hotel” con ulteriori ottimizzazioni del parco batterie e gestione predittiva dei carichi; maggiore integrazione dei sistemi di stabilizzazione; affinamenti sulla sensoristica per la sicurezza, come visione perimetrale intelligente e diagnostica remota avanzata. La piattaforma costruttiva del 62 è già predisposta per accogliere questi step senza stravolgimenti.
Direzioni di mercato
Le aree dove la richiesta di explorer compatti è in crescita — Mediterraneo occidentale, Florida, medio Oriente costiero — premiano barche come il 62: solide, confortevoli, governabili senza equipaggi numerosi e capaci di adattarsi a climi e usi differenti lungo l’anno.

Profili d’armatore
Privati e famiglie
Per il diportista che vive molte settimane a bordo, l’Explorer 62 offre l’esperienza di una “casa mobile” credibile: spazi sociali generosi, percorsi sicuri per bambini e ospiti, costi operativi leggibili. È una scelta razionale travestita da oggetto desiderabile.
Charter di fascia alta
Nel charter di fascia alta, specie con equipaggio ridotto, l’imbarcazione funziona: cabine ben distribuite, privacy, processi di pulizia e riassetto veloci, dotazioni tecniche che rassicurano chi lavora e chi paga. La timoneria avanzata e i pod riducono errori e tempi di manovra in contesti portuali affollati.
Manutenzione e service
Accessibilità
Una sala macchine percorribile, filtri carburante ad altezza operatore, dorsali ordinate e quadri chiari sono scelte che si apprezzano al primo tagliando. Molti interventi ordinari si eseguono senza smontare mezza barca; i fermi tecnici si accorciano, i costi rimangono sotto controllo, la stagione si gode fino in fondo.
Affidabilità percepita
La ridondanza dei sistemi vitali e la chiarezza dei percorsi tecnici restituiscono confidenza. Le pompe di sentina su più zone con alimentazioni separate, la doppia filtrazione del gasolio e i bypass sui quadri sono elementi invisibili al profano, ma decisivi quando serve.
Posizionamento sintetico
Perché sceglierlo
Perché mette al centro la fruibilità. Perché è stabile, asciutto, silenzioso quanto basta e non pretende conduttori professionisti. Perché si vive come pochi altri scafi della stessa taglia, soprattutto quando il mare non è da cartolina.
Che cosa non è
Non è un trawler oceanico duro e puro: la sua autonomia massima resta quella di uno yacht mediterraneo razionale. Non è nemmeno un bolide planante: non cerca l’ultima manciata di nodi ma la qualità del tempo speso a bordo.
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Scheda tecnica Explorer 62
- Categoria: expedition yacht sotto i 20 metri, concepito per crociere prolungate con equipaggio ridotto
- Dimensioni indicative: lunghezza fuori tutto intorno a 18,5 m; baglio poco oltre 5,2 m; pescaggio nell’ordine di 1,4 m
- Dislocamento: fascia 30–34 t in funzione di allestimenti, serbatoi e dotazioni
- Materiali: scafo e sovrastruttura in composito a base di vetroresina; interni sandwich alleggerito
- Architettura: prua piena con ruota marcata; poppa portante; timoneria avanzata; passavanti protetti
- Propulsione: doppia motorizzazione con pod orientabili e joystick di governo
- Prestazioni tipiche: velocità massima nell’intorno dei 21–24 nodi; crociera efficace a circa 16 nodi; andatura economica 9–10 nodi
- Autonomia: in economia, percorrenze prossime a 600 NM, variabili per mare, carichi e assetto
- Serbatoi: carburante in migliaia di litri (range variabile per layout); acqua dolce dimensionata per soste prolungate
- Stabilizzazione: predisposizione per sistemi giroscopici o pinne
- Elettronica: suite integrata con radar, autopilota, ridondanza di visualizzazione e rete sensori espandibile
- Energia: generatore dedicato ai carichi “hotel”, banchi AGM o litio e gestione intelligente dei picchi
Chiusura
L’Explorer 62 è un oggetto onesto nel senso più alto del termine: non promette ciò che non può mantenere, non rincorre estremi di specializzazione, non sacrifica la vita vera a bordo per una foto patinata. È uno scafo che si fa voler bene perché semplifica la navigazione e rende naturale l’uso quotidiano. In un mercato che spesso celebra la spettacolarità, questa barca preferisce convincere con engineering e buon senso. E, alla prova dei fatti, è un approccio che paga: meno fatica, più mare, più tempo vissuto davvero a bordo.


