Il Numarine 26XP è un explorer di circa ventisei metri pensato per armatori che desiderano coniugare crociere prolungate con livelli di silenziosità e comfort propri di scafi di dimensione superiore. Il modello scaturisce da una piattaforma modulare che consente due impostazioni dinamiche distinte: un’interpretazione dislocante per la lunga distanza a ritmi economi e una declinazione semi-dislocante per chi predilige andature elevate senza rinunciare a volumi e fruibilità da vera barca da esplorazione. L’impianto concettuale, frutto di una collaborazione consolidata tra progettisti di carena e designer, privilegia l’efficienza, la stabilità, la rigidità strutturale e la riduzione delle vibrazioni trasmesse agli ambienti abitati.
Il cantiere: identità, cultura costruttiva, affidabilità percepita
Radici e sviluppo
Numarine nasce e cresce in un ecosistema industriale che ha reso la lavorazione dei compositi un vero vantaggio comparato. Il marchio ha improntato la propria cultura a processi di laminazione controllati, a una cura particolare per l’isolamento acustico e a un’impostazione progettuale fortemente orientata all’uso reale della barca. La serie XP è la naturale espressione di questa mentalità: piattaforme sotto soglia 150 GT, pescaggio ragionevole, grandi finestrature e soluzioni ergonomiche calibrate su soste prolungate all’ancora e traversate a carico continuo.
Filosofia del prodotto
Il valore distintivo del marchio è la ricerca del comfort percepito: non soltanto la qualità del legno o del tessuto, ma la riduzione misurabile dei picchi sonori e delle frequenze che affaticano l’udito. In termini di “esperienza d’uso”, questa scelta si traduce in interni godibili anche durante le ore di trasferimento, in riposi più efficaci e in un’equipaggio meno stanco al cambiare delle condizioni. Alla base, una progettazione che integra isolamento, disaccoppiamenti meccanici, supporti elastici e percorsi impiantistici razionali.

Analisi tecnica sistematica
Dimensionamento e architettura navale
L’unità si colloca intorno a 25,9 metri fuori tutto, con baglio superiore ai sei metri e mezzo e pescaggio indicativo di poco oltre i due metri a pieno carico. La stazza si mantiene sotto la soglia dei 150 GT, aspetto che semplifica dotazioni e gestione dell’equipaggio, con ricadute positive su costi, assicurazioni e flessibilità operativa. La carena privilegia superfici bagnate estese e una prua piena, così da ridurre il beccheggio e garantire portanza statica a basse velocità; l’assetto longitudinale si mantiene controllato grazie alla distribuzione dei pesi e alla geometria dei volumi protesi in avanti. Nella variante a impostazione veloce, i rapporti di riduzione, la scelta delle eliche e la taratura dei piani di sostentamento consentono andature nettamente superiori mantenendo prevedibilità al timone.
Materiali e struttura
Scafo e sovrastruttura sono realizzati in composito di vetro con impiego di anime in sandwich ove opportuno; la logica è duplice: da un lato contenere il peso, dall’altro modulare la rigidezza nel punto giusto. I rinforzi longitudinali e trasversali irrigidiscono i pannelli impedendo fenomeni di “oil-canning”, mentre la sovrastruttura in composito contribuisce a ridurre le masse alte e, di conseguenza, a mantenere il metacentro in una zona favorevole. Le aree di calpestio sono rifinite in teak per ragioni termiche e di comfort, con vantaggi di isolamento e aderenza. All’interno, pannellature tecniche e sistemi di fissaggio disaccoppiati limitano la trasmissione vibrazionale verso i locali.
Apparati propulsivi e trasmissioni
La piattaforma è prevista con linee d’asse gemelle. In configurazione dislocante, la scelta ricade su propulsori di potenza moderata con messa a punto per la migliore efficienza tra 8 e 12 nodi; la filosofia è percorrere molte miglia con carichi ridotti e rumorosità contenuta. La versione semi-dislocante, invece, adotta motori di potenza sensibilmente superiore per sfruttare la geometria della carena a regimi più sostenuti: la combinazione di riduttori, diametri ed eliche permette di spingersi a velocità massime intorno alla trentina di nodi, con una velocità di crociera nell’intorno dei venti e oltre. In entrambi i casi, è centrale l’accuratezza dei supporti elastici, degli allineamenti e dei giunti, fattori che incidono direttamente su comfort e affidabilità.

Serbatoi, bilanciamento e autonomia
La volumetria dedicata ai combustibili è consistente per la taglia, a supporto della vocazione d’altura dell’unità. Il dimensionamento dell’acqua dolce, coadiuvato da dissalatori, consente permanenze prolungate svincolando parte della logistica di bordo dalla frequenza di rifornimento. È plausibile impostare un profilo di crociera economico di circa 8 nodi con autonomie nell’ordine di svariate migliaia di miglia nella declinazione dislocante, mentre la variante veloce riduce l’arco operativo privilegiando la rapidità di trasferimento tra destinazioni.
Sistemi tecnologici e impiantistica
La plancia integra display multifunzione, autopilota, radar, gestione carte e un sistema di monitoraggio impianti che rende tracciabili in tempo reale parametri critici come livello dei serbatoi, carichi elettrici, stato dei generatori, temperature di macchina e pressioni d’olio. L’informatizzazione dei sottosistemi consente all’equipaggio di individuare tempestivamente anomalie e prevenire fermi. Il bordo è predisposto per stabilizzatori giroscopici e/o sistemi attivi a pinne, thruster prua/poppa per il governo in acque ristrette, gruppi frigoriferi e HVAC multi-zona con attenzioni all’isolamento acustico delle sale tecniche. Le ridondanze—pompe doppie per servizi vitali, filtraggi carburante a stadi, bypass d’emergenza—implementano la resilienza del sistema.

Design, ergonomia e organizzazione degli spazi
Lettura degli esterni
Il linguaggio formale dell’unità punta su volumi pieni e superfici tese, con finestrature longitudinali importanti che portano luce naturale all’interno. Il flybridge sfrutta un aggetto poppiero generoso che ombreggia in modo naturale la zona conviviale del pozzetto, mentre la prua offre un’area conversazione protetta dai flussi d’aria. La plancetta di poppa—in versione fissa o movimentata—costituisce l’avamposto naturale per tender e giochi d’acqua, con accessi protetti e passaggi ben dimensionati lungo le murate.
Distribuzione interna
Il ponte principale ospita un salone a sviluppo longitudinale, con living e pranzo su livelli visivi uniformi; la cucina può essere separata o dialogare con la zona giorno a seconda della missione (privato vs charter). Il ponte inferiore prevede generalmente quattro o cinque cabine per gli ospiti, con armatoriale a tutto baglio in posizione centrale per comfort dinamico ottimale, più due locali per l’equipaggio a prua o a poppa in base all’allestimento. Le altezze utili e la sezione dei corridoi denotano una ricerca di proporzioni che evitano l’effetto “compressione” spesso riscontrabile su scafi della stessa misura.


Ricerca, innovazione e contenimento dei consumi
Silenziosità e vibrazioni
Il costruttore ha investito in modo evidente su fonoassorbimento e disaccoppiamenti: pannelli sandwich, cielini flottanti, supporti antivibranti calibrati per distribuire i picchi di frequenza, condotte con percorsi lenti e curve generose per evitare fischi aerodinamici. Il risultato è un ambiente che consente conversazioni a tono naturale anche in trasferimento, un fattore che riduce l’affaticamento psicofisico di ospiti ed equipaggio.
Efficienza energetica
La gestione dei carichi di bordo—HVAC, refrigerazione, intrattenimento, pompe—è stata pensata per minimizzare i picchi e sfruttare “finestre” operative di maggior rendimento dei generatori. L’illuminotecnica ricorre a LED a basso assorbimento, mentre i circuiti di distribuzione prevedono protezioni e sezionamenti per isolare rapidamente eventuali guasti. L’insieme consente di ridurre i consumi specifici mantenendo inalterato il livello di comfort.
Stabilizzazione e sicurezza
Sistema giroscopico o pinne attive, a scelta, garantiscono smorzamento del rollio sia in marcia sia all’ancora; i parametri di taratura possono essere adattati alle preferenze del comandante, privilegiando la massima rigidità o un comportamento più “morbido” per non penalizzare la naturalezza del moto. Sul fronte sicurezza, sono stati previsti punti di ancoraggio per le dotazioni, percorsi via cavo etichettati per una rapida diagnosi e un’illuminazione di emergenza che assicuri orientamento anche in caso di black-out.
Vita a bordo: comfort, autonomia e gestione quotidiana
Scenari d’uso
Il 26XP è stato disegnato per rimanere “autonomo” a lungo: cambuse capienti, volumi di stivaggio diffusi, lavanderia integrata, locali tecnici accessibili e un’area equipaggio efficiente consentono di pianificare crociere con approvvigionamenti diradati. Gli spazi conviviali, dal pozzetto al fly, sono organizzati per ospitare cene numerose e momenti di relax, mentre la lounge di prua diventa naturale estensione del salone nelle giornate di rada.

Qualità dell’aria e microclima
I sistemi HVAC multi-zona, combinati con i corpi illuminanti a basso irraggiamento e le superfici vetrate filtranti, mantengono temperature uniformi e livelli di umidità confortevoli. Le bocchette sono orientate per evitare correnti fastidiose e i compressori sono disaccoppiati per ridurre le risonanze. La sensoristica locale consente aggiustamenti fini che migliorano la percezione di benessere negli ambienti notte.
Acustica degli spazi
Nei locali ospiti è percepibile l’assenza di risonanze metalliche: rivestimenti tecnici e materiali fonoassorbenti agiscono sulle frequenze medio-alte, mentre la massa dei pannelli e dei pavimenti flottanti attenua le basse. In pratica, quando si conversa in salone, difficilmente occorre alzare la voce anche a velocità di trasferimento; durante la notte, la rumorosità residua consente un sonno continuo.
Manutenzione, accessibilità tecnica e gestione
Sale macchine e percorsi di servizio
I vani tecnici offrono passaggi attorno ai gruppi principali che consentono di raggiungere filtri, pompe, batterie, scambiatori e quadri senza smontaggi invasivi. Le etichettature e i codici colore dei cablaggi accelerano la diagnosi e le vasche di raccolta sotto apparati soggetti a perdita evitano che eventuali spanti contaminino aree sensibili. I punti di ispezione sono dimensionati per interventi rapidi, un vantaggio operativo evidente in contesti charter.
Piano di manutenzione
La periodicità delle manutenzioni segue una curva classica: cicli stagionali per i servizi di bordo, intervalli orari per i propulsori e i generatori, controlli programmati per stabilizzatori e impianti HVAC. Una gestione diligente sin dall’allestimento iniziale—con grassaggi, coppie di serraggio e registri di bordo accurati—abbatte in modo significativo i fermi non programmati e prolunga la vita utile dei componenti sensibili.

Mercato, target e confronto competitivo
Segmento e fascia di prezzo
Il 26XP opera nell’area degli explorer in composito tra i ventiquattro e i ventotto metri, con la soglia dei 150 GT come riferimento operativo. I valori di ingresso oscillano in funzione di motorizzazioni, pacchetti di stabilizzazione, dotazioni elettroniche, finiture e personalizzazioni del ponte superiore; la versione dislocante ha un profilo di costo/uso più orientato all’endurance, la semi-dislocante moltiplica gli scenari con la variabile velocità. Sul mercato del pre-owned recente, la tenuta dei valori è favorita dalla riconoscibilità della serie e dalla domanda di layout a quattro o cinque cabine.
Clientela di riferimento
Tre i cluster principali. Primo: armatori privati alla ricerca di un primo explorer con vera autonomia e gestione di equipaggio snella. Secondo: società di charter di fascia alta che desiderano una barca volumetrica e silenziosa per itinerari lunghi con consumi sotto controllo. Terzo: operatori che integrano la barca in programmi misti—uso privato stagionale e messa a reddito nei periodi residui—grazie alla versatilità di allestimento e alla facilità di marketing del prodotto.
Concorrenza diretta
Nel confronto con competitor di impronta affine nello stesso perimetro metrico, il 26XP mette a segno alcuni vantaggi ricorrenti: volumetria percepita a bordo superiore alla media, autonomia reale nella versione dislocante e attenzione ingegneristica alla rumorosità. Altri modelli possono primeggiare per immagine del brand o per soluzioni di design particolarmente iconiche, ma spesso pagano dazio su range operativo o gestione dei costi d’esercizio. La proporzione tra superfici esterne vivibili e ambienti interni, nel caso del 26XP, risulta equilibrata e facilmente personalizzabile per specifici profili d’impiego.

Quadro delle prestazioni e lettura ingegneristica
Velocità, consumi e autonomie
Il profilo dislocante individua i migliori rapporti velocità/consumo tra otto e dodici nodi, con punte massime attorno alla metà della seconda decina; i consumi per miglio si mantengono in una fascia particolarmente favorevole alle traversate. La declinazione semi-dislocante, con motori più vigorosi, spinge la velocità di punta verso la trentina di nodi e colloca la crociera ampiamente sopra i venti, riducendo naturalmente l’autonomia ma ampliando l’arco delle rotte possibili in una singola giornata di navigazione.
Comfort dinamico
La combinazione di carena, stabilizzazione e isolamento produce un comfort dinamico che si traduce in conversazioni a bordo a tono naturale, assenza di vibrazioni invasive e fruizione degli ambienti anche con mare in crescita. All’ancora, il controllo del rollio limita il malessere dei passeggeri sensibili, allungando i tempi di permanenza in rada senza dover cercare ripari in porto.
Operatività, equipaggio e sicurezza
Ruoli e carichi di lavoro
La barca è pensata per operare con equipaggi ridotti. Le manovre sono coadiuvate da propulsori trasversali, controllo fine del gas, telecamere di cortesia e sensori di distanza. I percorsi per la raccolta rifiuti, la gestione delle lenze e l’accesso alle ancore sono ottimizzati per ridurre incroci pericolosi tra flussi tecnici e ospiti. I manuali di bordo e le etichette sui quadri rendono la formazione del personale più rapida ed efficace.
Procedure di emergenza
I dispositivi di sicurezza sono allocati in posizioni intuitive, le valvole di intercettazione essenziali sono raggiungibili senza utensili e la configurazione dei compartimenti permette compartimentazioni rapide. La ridondanza dei sistemi vitali—alimentazione, pompe, controllo—mitiga gli scenari di guasto singolo, aumentando la probabilità di completare la tratta in sicurezza e autonomia.
Prospettive di evoluzione del modello e del segmento
Trend tecnologici
Nei prossimi cicli progettuali ci si può attendere un’ulteriore ottimizzazione della gestione energetica “hotel”, con batterie più performanti, inverter ad alto rendimento e strategie di carico che tagliano i picchi. Sul fronte della stabilizzazione, i sistemi ibridi che combinano pinne e gyro potranno garantire margini aggiuntivi di comfort. È ragionevole anche un affinamento delle geometrie di carena per migliorare le curve di resistenza nelle andature intermedie.
Sostenibilità operativa
La riduzione delle emissioni non si gioca soltanto sui propulsori, ma anche sulla catena degli accessori: condizionamento più efficiente, recuperi di calore, illuminazione a basso assorbimento e domotica intelligente generano risparmi sostanziali nel medio periodo. La possibilità di integrare componenti con logiche “plug-and-play” semplifica upgrade futuri senza interventi invasivi sulla struttura.
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Sintesi tecnica e profilo d’idoneità
Perché scegliere il 26XP
Per un armatore privato che pretende silenzio, autonomia e spazi realmente vivibili nella soglia sotto i 150 GT, questa piattaforma rappresenta una delle opzioni più complete. L’affidabilità percepita, la prevedibilità del moto e l’attenzione ai dettagli sensibili—rumorosità, vibrazioni, ergonomia—disegnano una barca che si fa usare, non solo ammirare. Nella variante veloce, il progetto aggiunge versatilità di calendario con percorrenze giornaliere più ampie senza stravolgere l’impianto di comfort.
Per il charter di fascia alta
Layout flessibile, zone esterne generose, cablaggi e impianti razionali, stabilizzazione efficace e una silenziosità che si percepisce davvero fanno del 26XP un prodotto di facile commercializzazione. Gli ospiti ricevono un’esperienza coerente e ripetibile, l’equipaggio opera con tempi tecnici contenuti, la proprietà beneficia di un bene strumentale che mantiene appetibilità nel tempo.
Specifiche indicative
- Lunghezza fuori tutto: ~25,9 m
- Baglio massimo: ~6,6 m
- Pescaggio a pieno carico: ~2,1 m
- Stazza lorda: < 150 GT
- Costruzione: composito di vetro con anime in sandwich; sovrastruttura in composito
- Trasmissione: linee d’asse gemelle
- Versione dislocante: motori di potenza moderata ottimizzati per efficienza (crociera ~11 nodi; autonomia molto estesa a ~8 nodi)
- Versione semi-dislocante: propulsori più potenti (crociera sopra i 20 nodi; massima nell’ordine dei 30 nodi)
- Layout ospiti: 4–5 cabine (8–10 posti) + equipaggio
- Stabilizzazione: predisposizione per sistemi giroscopici e/o pinne attive
- HVAC: multi-zona, con attenzioni a isolamento e rumorosità
- Impianti: ridondanze su servizi critici, percorsi ispezionabili, monitoraggio centralizzato
Video
Chiusura operativa
La scelta razionale
La forza del Numarine 26XP è nella coerenza: una barca che unisce volumetria, autonomia e silenzio a un’architettura di carena che non mette in difficoltà il timoniere e non affatica i passeggeri. Il progetto consente due anime—endurance e rapidità—senza fratture, fornendo al tempo stesso una base tecnica facilmente manutenibile e predisposta agli upgrade che le prossime stagioni di cantiere e regolamentazione renderanno desiderabili. Per chi cerca un explorer sotto i 150 GT realmente vivibile 12 mesi l’anno, la piattaforma rappresenta un benchmark credibile.


